INTRODUZIONE. Il profilo di salute della popolazione che risiede in montagna è più sfavorevole di quello del resto della popolazione. La letteratura internazionale su questo tema è piuttosto povera e incentrata prevalentemente sulle barriere di accesso ai servizi per i residenti in aree rurali e sulla migrazione selettiva che contribuirebbe a peggiorare lo stato di salute di aree già svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. Alcuni studi descrittivi condotti in Italia a partire dagli anni ‘90, oltre a evidenziare differenze altimetriche tra gli indicatori di bisogno e di utilizzo dei servizi sanitari, mostrano anche una diversa distribuzione dei fattori di rischio responsabili di quelle patologie per cui si osservano eccessi di mortalità più marcati rispetto alla pianura (patologie cardiovascolari, respiratorie, gastroenteriche e accidentali). OBIETTIVI. Questo lavoro si propone di valutare innanzitutto se lo svantaggio di salute della montagna rispetto ad altre zone altimetriche sia ancora attuale e quali siano i trend temporali e geografici di tali differenze in Piemonte. In secondo luogo si vuole indagare se i determinanti di tali disuguaglianze siano riconducibili solo al contesto (inteso come difficoltà di accesso ai servizi e svantaggio socioeconomico) o anche a fenomeni di migrazione selettiva. METODI. Basi dati utilizzate: mortalità ISTAT 1980-2008 e censimento 2001. La storia migratoria viene dedotta a livello individuale a partire dal comune di nascita e di residenza, identificando 4 categorie: stabile in montagna, stabile in altre zone altimetriche (pianura o collina), migrato in montagna e migrato in altre zone altimetriche. Le differenze di salute sono misurate, separatamente per genere, in termini di misure di associazione e di impatto utilizzando come covariate di confondimento l’età e le variabili comunali di contesto (distanza dal Pronto Soccorso e indicatori socioeconomici compositi). I trend temporale e geografico sono stimati con modelli bayesiani attraverso il sistema PATED (Procedura per l’Analisi Territoriale di Epidemiologia Descrittiva). RISULTATI. I risultati preliminari mostrano un eccesso nella mortalità per tutte le cause tra gli uomini che vivono in montagna rispetto a quelli che vivono in pianura (RR 1,08; IC 95% 1,06-1,11) mentre nelle donne il contesto montano sembra avere un effetto protettivo rispetto alla pianura (RR 0,96; IC 95% 0,95-0,98). Se si valuta la storia migratoria, tra gli uomini si osserva una mortalità maggiore tra chi è sempre vissuto in montagna o vi è migrato successivamente rispetto a chi è sempre vissuto altrove. Tra le donne, al contrario, si osserva una salute significativamente migliore per quelle che sono sempre vissute in montagna rispetto a chi è sempre vissuto in altri contesti o a quelle che vi sono arrivate dopo ma anche rispetto alle donne che dalla montagna sono migrate altrove. CONCLUSIONI. I risultati dello studio evidenziano uno svantaggio di salute quasi esclusivamente maschile tra la popolazione montana piemontese. Le difficoltà di accesso ai servizi e il disagio socioeconomico non spiegano tutto l’eccesso di mortalità; l’analisi delle differenze di salute per storia migratoria suggerisce l’esistenza di fattori legati alla realizzazione di sé dipendenti anche dal legame con l’ambiente di vita.

MONTAGNA E SALUTE: UNO SVANTAGGIO SOLO GEOGRAFICO O LEGATO ANCHE ALLA MIGRAZIONE SELETTIVA?

VERSINO, Elisabetta;COSTA, Giuseppe
2011-01-01

Abstract

INTRODUZIONE. Il profilo di salute della popolazione che risiede in montagna è più sfavorevole di quello del resto della popolazione. La letteratura internazionale su questo tema è piuttosto povera e incentrata prevalentemente sulle barriere di accesso ai servizi per i residenti in aree rurali e sulla migrazione selettiva che contribuirebbe a peggiorare lo stato di salute di aree già svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. Alcuni studi descrittivi condotti in Italia a partire dagli anni ‘90, oltre a evidenziare differenze altimetriche tra gli indicatori di bisogno e di utilizzo dei servizi sanitari, mostrano anche una diversa distribuzione dei fattori di rischio responsabili di quelle patologie per cui si osservano eccessi di mortalità più marcati rispetto alla pianura (patologie cardiovascolari, respiratorie, gastroenteriche e accidentali). OBIETTIVI. Questo lavoro si propone di valutare innanzitutto se lo svantaggio di salute della montagna rispetto ad altre zone altimetriche sia ancora attuale e quali siano i trend temporali e geografici di tali differenze in Piemonte. In secondo luogo si vuole indagare se i determinanti di tali disuguaglianze siano riconducibili solo al contesto (inteso come difficoltà di accesso ai servizi e svantaggio socioeconomico) o anche a fenomeni di migrazione selettiva. METODI. Basi dati utilizzate: mortalità ISTAT 1980-2008 e censimento 2001. La storia migratoria viene dedotta a livello individuale a partire dal comune di nascita e di residenza, identificando 4 categorie: stabile in montagna, stabile in altre zone altimetriche (pianura o collina), migrato in montagna e migrato in altre zone altimetriche. Le differenze di salute sono misurate, separatamente per genere, in termini di misure di associazione e di impatto utilizzando come covariate di confondimento l’età e le variabili comunali di contesto (distanza dal Pronto Soccorso e indicatori socioeconomici compositi). I trend temporale e geografico sono stimati con modelli bayesiani attraverso il sistema PATED (Procedura per l’Analisi Territoriale di Epidemiologia Descrittiva). RISULTATI. I risultati preliminari mostrano un eccesso nella mortalità per tutte le cause tra gli uomini che vivono in montagna rispetto a quelli che vivono in pianura (RR 1,08; IC 95% 1,06-1,11) mentre nelle donne il contesto montano sembra avere un effetto protettivo rispetto alla pianura (RR 0,96; IC 95% 0,95-0,98). Se si valuta la storia migratoria, tra gli uomini si osserva una mortalità maggiore tra chi è sempre vissuto in montagna o vi è migrato successivamente rispetto a chi è sempre vissuto altrove. Tra le donne, al contrario, si osserva una salute significativamente migliore per quelle che sono sempre vissute in montagna rispetto a chi è sempre vissuto in altri contesti o a quelle che vi sono arrivate dopo ma anche rispetto alle donne che dalla montagna sono migrate altrove. CONCLUSIONI. I risultati dello studio evidenziano uno svantaggio di salute quasi esclusivamente maschile tra la popolazione montana piemontese. Le difficoltà di accesso ai servizi e il disagio socioeconomico non spiegano tutto l’eccesso di mortalità; l’analisi delle differenze di salute per storia migratoria suggerisce l’esistenza di fattori legati alla realizzazione di sé dipendenti anche dal legame con l’ambiente di vita.
2011
XXXV CONGRESSO NAZIONALE AIE
TORINO
7-9 NOVEMBRE 2011
ATTI DEL XXXV CONGRESSO ANNUALE DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA DI EPIDEMIOLOGIA 'SALUTE E SANITA' A 150 ANNI DALL'UNITA' D'ITALIA: PIU' VICINI O PIU' LONTANTI?'
AIE
XXXV
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http://HTTTP://WWW.EPIDEMIOLOGIA.IT/?Q=NODE/
MORTALITA'; ALTIMETRIA; DISUGUAGLIANZA
Versino E; Migliardi A; Scarinzi C; Stroscia M; Demaria M;Costa G Con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/95002
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