Un importante obiettivo della tossicologia forense è l’individuazione di biomarcatori dell’etanolo per supportare la diagnosi di abuso alcolico cronico. Metodi immunochimici per la determinazione di marcatori indiretti, quali AST, ALT, GGT, MCV e CDT, sono comunemente utilizzati nelle indagini di screening, nonostante tali marcatori siano dotati di limitata specificità e sensibilità diagnostica. L’approccio tradizionale di interpretazione dei risultati analitici consiste nella valutazione univariata dei singoli biomarcatori o di loro combinazioni lineari. Nel presente studio si descrive una nuova strategia di interpretazione dei dati basata sulla costruzione di un modello UNEQ multivariato che descrive una popolazione di soggetti sani non-abusatori di alcol. Campioni di sangue intero sono stati raccolti da 240 soggetti sani non-abusatori presso il Centro Regionale Antidoping e di Tossicologia “A. Bertinaria” di Orbassano (TO). Altri 83 campioni sono stati raccolti da soggetti classificati come astinenti (62), consumatori occasionali (48) o cronici (73) presso i Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze dell’ASL TO2 e Ciriè (TO). Secondo l’approccio tradizionale, le curve ROC dei biomarcatori, considerati singolarmente o in combinazione lineare tra loro, sono state utilizzate per calcolare le prestazioni diagnostiche in termini di discriminazione tra soggetti sani non-abusatori e consumatori cronici. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti dal modello UNEQ basato sui parametri AST, GGT, MCV e CDT. L’approccio multivariato assicura maggiori sensibilità e specificità diagnostiche rispetto a quello tradizionale e può quindi essere utilizzato per migliorare ulteriormente la valutazione in screening di abuso alcolico cronico. Solo una moderata percentuale di soggetti non-abusatori non viene riconosciuta come tale (10% e 20% dei soggetti sani) a fronte della capacità, stabilita a priori, di identificare i consumatori cronici come tali del 90% e 95%. Maggiore sensibilità comporta un minor numero di analisi di conferma, ad esempio la determinazione di etil glucuronato in matrice cheratinica, con un consistente risparmio di soldi e tempo. In ultimo, le maggiori prestazioni diagnostiche garantite da un approccio multivariato al quesito diagnostico di abuso richiamano l’utilità dei marcatori indiretti nel condurre indagini di screening, in contrasto con la tendenza attuale di considerarli poveri di significato diagnostico.
Multivariate strategies for screening evaluation of chronic alcohol abuse
PIRRO, VALENTINA;A. Salomone;VINCENTI, Marco
2012-01-01
Abstract
Un importante obiettivo della tossicologia forense è l’individuazione di biomarcatori dell’etanolo per supportare la diagnosi di abuso alcolico cronico. Metodi immunochimici per la determinazione di marcatori indiretti, quali AST, ALT, GGT, MCV e CDT, sono comunemente utilizzati nelle indagini di screening, nonostante tali marcatori siano dotati di limitata specificità e sensibilità diagnostica. L’approccio tradizionale di interpretazione dei risultati analitici consiste nella valutazione univariata dei singoli biomarcatori o di loro combinazioni lineari. Nel presente studio si descrive una nuova strategia di interpretazione dei dati basata sulla costruzione di un modello UNEQ multivariato che descrive una popolazione di soggetti sani non-abusatori di alcol. Campioni di sangue intero sono stati raccolti da 240 soggetti sani non-abusatori presso il Centro Regionale Antidoping e di Tossicologia “A. Bertinaria” di Orbassano (TO). Altri 83 campioni sono stati raccolti da soggetti classificati come astinenti (62), consumatori occasionali (48) o cronici (73) presso i Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze dell’ASL TO2 e Ciriè (TO). Secondo l’approccio tradizionale, le curve ROC dei biomarcatori, considerati singolarmente o in combinazione lineare tra loro, sono state utilizzate per calcolare le prestazioni diagnostiche in termini di discriminazione tra soggetti sani non-abusatori e consumatori cronici. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti dal modello UNEQ basato sui parametri AST, GGT, MCV e CDT. L’approccio multivariato assicura maggiori sensibilità e specificità diagnostiche rispetto a quello tradizionale e può quindi essere utilizzato per migliorare ulteriormente la valutazione in screening di abuso alcolico cronico. Solo una moderata percentuale di soggetti non-abusatori non viene riconosciuta come tale (10% e 20% dei soggetti sani) a fronte della capacità, stabilita a priori, di identificare i consumatori cronici come tali del 90% e 95%. Maggiore sensibilità comporta un minor numero di analisi di conferma, ad esempio la determinazione di etil glucuronato in matrice cheratinica, con un consistente risparmio di soldi e tempo. In ultimo, le maggiori prestazioni diagnostiche garantite da un approccio multivariato al quesito diagnostico di abuso richiamano l’utilità dei marcatori indiretti nel condurre indagini di screening, in contrasto con la tendenza attuale di considerarli poveri di significato diagnostico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.