I cambiamenti climatici e di uso del suolo potrebbero favorire un aumento degli incendi nelle faggete montane. Gli studi sugli effetti del fuoco in faggeta sono pochi ed esistono incertezze sugli indirizzi selvicolturali di ricostituzione post-incendio. Il presente lavoro analizza la rinnovazione naturale del faggio in relazione alla severità del fuoco e alla tempistica degli interventi selvicolturali post-incendio in presenza/assenza di una annata di pasciona. L’area di studio è caratterizzata da un ceduo invecchiato di faggio (~55 anni) percorso da uno dei più grandi incendi (480 ha) verificatisi nelle Alpi durante l’ondata di calore dell’estate 2003. I rilievi sono stati realizzati nel 2010 all’interno dell’area bruciata, sia in aree non gestite che in aree tagliate dal 2006 al 2010 a intervalli diversi dal passaggio del fuoco. Nei siti non gestiti, le variabili proxy dell’intensità del fuoco (i.e., pendenza; esposizione calda) hanno evidenziato una correlazione negativa con la copertura residua del popolamento. Dove la severità è stata alta, la mortalità dei fusti è stata immediata e totale, impedendo al faggio di rigenerarsi sia per via agamica che gamica. In aree a severità intermedia, la mortalità del faggio è stata progressiva. L’apertura graduale della copertura ha creato condizioni intermedie di luce che hanno favorito la rinnovazione del faggio, particolarmente dopo una pasciona nel 2006. Nei tagli dell’inverno 2007 la rinnovazione del faggio è stata maggiore (76.400 piante ha-1) rispetto a quella osservata nei tagli posteriori o nei siti non gestiti. Questi risultati mostrano un effetto sinergico del disturbo da fuoco, del taglio e della pasciona sulla rinnovazione del faggio fornendo nuovi spunti sull’ecologia di questa specie. Interventi post-incendio per recuperare il legno e ricostituire la faggeta dovrebbero considerare la severità del fuoco, la tempistica di apertura della copertura e il verificarsi di annate di pasciona. Alcuni individui di faggio sopravvissuti, anche se gravemente danneggiati, dovrebbero essere risparmiati dal taglio e servire da portaseme e successivamente da input di necromassa una volta crollati al suolo.

Faggio, incendi e gestione post-incendio a Sud delle Alpi

ASCOLI, DAVIDE;BOVIO, Giovanni
2013-01-01

Abstract

I cambiamenti climatici e di uso del suolo potrebbero favorire un aumento degli incendi nelle faggete montane. Gli studi sugli effetti del fuoco in faggeta sono pochi ed esistono incertezze sugli indirizzi selvicolturali di ricostituzione post-incendio. Il presente lavoro analizza la rinnovazione naturale del faggio in relazione alla severità del fuoco e alla tempistica degli interventi selvicolturali post-incendio in presenza/assenza di una annata di pasciona. L’area di studio è caratterizzata da un ceduo invecchiato di faggio (~55 anni) percorso da uno dei più grandi incendi (480 ha) verificatisi nelle Alpi durante l’ondata di calore dell’estate 2003. I rilievi sono stati realizzati nel 2010 all’interno dell’area bruciata, sia in aree non gestite che in aree tagliate dal 2006 al 2010 a intervalli diversi dal passaggio del fuoco. Nei siti non gestiti, le variabili proxy dell’intensità del fuoco (i.e., pendenza; esposizione calda) hanno evidenziato una correlazione negativa con la copertura residua del popolamento. Dove la severità è stata alta, la mortalità dei fusti è stata immediata e totale, impedendo al faggio di rigenerarsi sia per via agamica che gamica. In aree a severità intermedia, la mortalità del faggio è stata progressiva. L’apertura graduale della copertura ha creato condizioni intermedie di luce che hanno favorito la rinnovazione del faggio, particolarmente dopo una pasciona nel 2006. Nei tagli dell’inverno 2007 la rinnovazione del faggio è stata maggiore (76.400 piante ha-1) rispetto a quella osservata nei tagli posteriori o nei siti non gestiti. Questi risultati mostrano un effetto sinergico del disturbo da fuoco, del taglio e della pasciona sulla rinnovazione del faggio fornendo nuovi spunti sull’ecologia di questa specie. Interventi post-incendio per recuperare il legno e ricostituire la faggeta dovrebbero considerare la severità del fuoco, la tempistica di apertura della copertura e il verificarsi di annate di pasciona. Alcuni individui di faggio sopravvissuti, anche se gravemente danneggiati, dovrebbero essere risparmiati dal taglio e servire da portaseme e successivamente da input di necromassa una volta crollati al suolo.
2013
IX Congresso Nazionale SISEF. Multifunzionalità degli Ecosistemi Forestali Montani: Sfide e Opportunità per la Ricerca e lo Sviluppo
Bolzano
16-19 settembre 2013
Abstract-book
SISEF Editore
94
94
http://www.sisef.it/sisef/congresso-ix/material/ix_congresso_sisef_abstract_book_oral_07_09_2013.pdf
Ecologia del fuoco; Incendi boschivi; Selvicoltura; Faggio
D. Ascoli; M. Conedera; D. Castagneri; J. Maringer; G. Bovio
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