SCOPO DEL LAVORO: In uno studio condotto precedentemente su un gruppo di pazienti con disturbo borderline di personalità (DBP), abbiamo confrontato l’efficacia dopo 8 mesi della terapia combinata con Psicoterapia Interpersonale adattata al DBP (IPT-DBP) e farmacoterapia con quella della farmacoterapia singola. Al termine dello studio la terapia combinata si è rivelata più efficace nel miglioramento dei sintomi ansiosi, della percezione della qualità di vita e di alcuni sintomi nucleari: impulsività, instabilità affettiva e problematiche relazionali. Il presente studio ha lo scopo di valutare in un follow-up a due anni se queste differenze si mantengono nel tempo. MATERIALI E METODI: 55 pazienti con DBP sono stati assegnati con criterio random a due trattamenti, della durata di 32 settimane: 1) IPT-DBP + fluoxetina (20-40 mg/die); 2) fluoxetina (20-40 mg/die). Tutti i pazienti sono stati valutati al baseline, alla 16° e alla 32° settimana con un’intervista semi-strutturata per le variabili cliniche, la CGI-S, la HAM-D, la HAM-A, la SOFAS, il BPDSI e la SAT-P per la qualità di vita. I 44 pazienti che hanno terminato lo studio hanno proseguito il trattamento con la sola farmacoterapia e sono stati valutati in un follow-up a 6, 12 e 24 mesi con le scale utilizzate in precedenza. I drop-out registrati a due anni erano 14 (32%). Le analisi statistiche sono state effettuate sui 30 pazienti che hanno terminato il follow-up, utilizzando il general linear model univariato per calcolare gli effetti dei fattori durata e tipo di trattamento. Sono stati considerati significativi valori di p minore o uguale a 0,05. RISULTATI: Alcune delle differenze riscontrate tra i due trattamenti al termine della psicoterapia persistono al followup di due anni. In particolare i pazienti trattati con terapia combinata mantengono un vantaggio significativo rispetto alle difficoltà relazionali, al controllo dell’impulsività e alla percezione soggettiva della qualità della vita. Per altri aspetti, quali l’instabilità affettiva e la sintomatologia ansiosa, il vantaggio rispetto al gruppo di controllo non è più significativo. CONCLUSIONI: Una parte delle differenze riscontrate tra terapia combinata e farmacoterapia singola al termine dell’IPTDBP si mantengono nel corso di due anni di follow-up e comprendono alcuni dei sintomi nucleari del disturbo. Questi dati supportano l’efficacia a lungo termine del potenziamento della terapia di questi pazienti con una psicoterapia limitata nel tempo.

LA TERAPIA COMBINATA CON IPT-DBP NEL TRATTAMENTO DEL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ: UN FOLLOW-UP A DUE ANNI

BRUNETTI, Chiara;BOZZATELLO, PAOLA;BELLINO, Silvio
2015-01-01

Abstract

SCOPO DEL LAVORO: In uno studio condotto precedentemente su un gruppo di pazienti con disturbo borderline di personalità (DBP), abbiamo confrontato l’efficacia dopo 8 mesi della terapia combinata con Psicoterapia Interpersonale adattata al DBP (IPT-DBP) e farmacoterapia con quella della farmacoterapia singola. Al termine dello studio la terapia combinata si è rivelata più efficace nel miglioramento dei sintomi ansiosi, della percezione della qualità di vita e di alcuni sintomi nucleari: impulsività, instabilità affettiva e problematiche relazionali. Il presente studio ha lo scopo di valutare in un follow-up a due anni se queste differenze si mantengono nel tempo. MATERIALI E METODI: 55 pazienti con DBP sono stati assegnati con criterio random a due trattamenti, della durata di 32 settimane: 1) IPT-DBP + fluoxetina (20-40 mg/die); 2) fluoxetina (20-40 mg/die). Tutti i pazienti sono stati valutati al baseline, alla 16° e alla 32° settimana con un’intervista semi-strutturata per le variabili cliniche, la CGI-S, la HAM-D, la HAM-A, la SOFAS, il BPDSI e la SAT-P per la qualità di vita. I 44 pazienti che hanno terminato lo studio hanno proseguito il trattamento con la sola farmacoterapia e sono stati valutati in un follow-up a 6, 12 e 24 mesi con le scale utilizzate in precedenza. I drop-out registrati a due anni erano 14 (32%). Le analisi statistiche sono state effettuate sui 30 pazienti che hanno terminato il follow-up, utilizzando il general linear model univariato per calcolare gli effetti dei fattori durata e tipo di trattamento. Sono stati considerati significativi valori di p minore o uguale a 0,05. RISULTATI: Alcune delle differenze riscontrate tra i due trattamenti al termine della psicoterapia persistono al followup di due anni. In particolare i pazienti trattati con terapia combinata mantengono un vantaggio significativo rispetto alle difficoltà relazionali, al controllo dell’impulsività e alla percezione soggettiva della qualità della vita. Per altri aspetti, quali l’instabilità affettiva e la sintomatologia ansiosa, il vantaggio rispetto al gruppo di controllo non è più significativo. CONCLUSIONI: Una parte delle differenze riscontrate tra terapia combinata e farmacoterapia singola al termine dell’IPTDBP si mantengono nel corso di due anni di follow-up e comprendono alcuni dei sintomi nucleari del disturbo. Questi dati supportano l’efficacia a lungo termine del potenziamento della terapia di questi pazienti con una psicoterapia limitata nel tempo.
2015
19° Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia
Milano
23-26 febbraio 2015
Atti del 19° Congresso Nazionale SOPSI
SOPSI
242
242
Psicoterapia interpersonale, terapia combinata, disturbo borderline di personalità, follow-up, qualità della vita
Brunetti, C.; Grandi, E. De; Bozzatello, P.; Bellino, S.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1521192
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