Negli ultimi decenni la concezione socialmente diffusa della disabilità è cambiata notevolmente nella società italiana come si può evincere dai mutamenti intervenuti nella legislazione e nelle politiche volte a garantire l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità. Di fronte a evidenti progressi intercorsi in vari ambiti della vita sociale, che in alcuni momenti hanno persino preceduto l’affermazione di importanti principi in convenzioni e trattati internazionali o nelle direttive europee, nell’ambito della vita economica emerge con tutta evidenza una refrattarietà del legislatore italiano ad adottare misure normative e regolamentari, dotate di efficacia immediata e auto-esecutive, che rendano esigibile il diritto soggettivo alla non discriminazione nell’accesso al lavoro e sul posto di lavoro delle persone con disabilità. Le recenti modifiche legislative in materia di licenziamento (2015) e ancor di più quelle relative alla recezione del principio di ragionevole accomodamento, intervenute a seguito della condanna della corte di giustizia europea per inadempimento nella trasposizione della direttiva 2000/78 CE, potrebbero segnare una svolta nella giurisprudenza italiana, fin qui caratterizzata da una prevalente preoccupazione per la garanzia della libertà di impresa a fronte del diritto alla non- discriminazione.
Mutamenti nel diritto al lavoro delle persone con disabilità. Un processo di civilizzazione incompiuto
ALBANO, Roberto;TORRIONI, Paola Maria
2016-01-01
Abstract
Negli ultimi decenni la concezione socialmente diffusa della disabilità è cambiata notevolmente nella società italiana come si può evincere dai mutamenti intervenuti nella legislazione e nelle politiche volte a garantire l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità. Di fronte a evidenti progressi intercorsi in vari ambiti della vita sociale, che in alcuni momenti hanno persino preceduto l’affermazione di importanti principi in convenzioni e trattati internazionali o nelle direttive europee, nell’ambito della vita economica emerge con tutta evidenza una refrattarietà del legislatore italiano ad adottare misure normative e regolamentari, dotate di efficacia immediata e auto-esecutive, che rendano esigibile il diritto soggettivo alla non discriminazione nell’accesso al lavoro e sul posto di lavoro delle persone con disabilità. Le recenti modifiche legislative in materia di licenziamento (2015) e ancor di più quelle relative alla recezione del principio di ragionevole accomodamento, intervenute a seguito della condanna della corte di giustizia europea per inadempimento nella trasposizione della direttiva 2000/78 CE, potrebbero segnare una svolta nella giurisprudenza italiana, fin qui caratterizzata da una prevalente preoccupazione per la garanzia della libertà di impresa a fronte del diritto alla non- discriminazione.File | Dimensione | Formato | |
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