I suoli a giacitura collinare, e in particolare quelli coltivati a vigneto, presentano alcune criticità legate alle ripercussioni dei fenomeni erosivi che in condizioni di pendenza, in presenza di suoli nudi e di condizioni climatiche particolari possono essere di grave intensità. Questo aspetto dovrebbe essere alla base delle scelte relative alla conduzione dei suoli di ambienti collinari, nell’ottica di evitarne la perdita di fertilità, conseguenza della perdita di suolo, di sostanza organica, di elementi minerali e di biodiversità. Lo scopo del lavoro è stato di verificare come le tecniche di gestione del suolo impiegate nella viticoltura collinare delle Langhe (CN) possano incidere sulla fertilità dei suoli. A tale fine è stato effettuato un monitoraggio delle modalità colturali maggiormente utilizzate in un’area limitrofa al Comune di Barolo creando una rete di 19 vigneti rappresentativi della realtà locale in cui si sono evidenziate due principali linee di gestione dell’interfila: l’inerbimento permanente interrotto solo saltuariamente (ogni 7-8 anni) da una erpicatura, l’erpicatura autunnale eseguita a filari alterni e ad anni alterni. Ciascuno dei vigneti identificati è stato caratterizzato descrivendone e analizzandone i parametri stazionali, le caratteristiche pedologiche, la composizione chimico-fisica del suolo e la sensibilità all’erosione idrica superficiale. Si è poi proceduto ad effettuare stime dell’ampiezza e del grado di copertura dell’inerbimento dell’interfila, misure di massa volumica apparente (per valutare il compattamento del suolo) e a stimare la qualità biologica del suolo (biomassa microbica, respirazione basale e QBS-ar). Tutti i vigneti studiati avevano giacitura collinare con pendenze medie di 14°. E’ emerso che nove vigneti, tra i quali otto caratterizzati da Entisuoli, erano sottoposti a lavorazione dell’interfila mentre i restanti dieci, tra cui si distinguevano sette Inceptisuoli, erano permanentemente inerbiti. Dall’applicazione del modello di calcolo USLE, che stima la perdita di suolo dovuta ad erosione idrica, è emerso che nove dei 19 suoli si collocavano nelle classi di erosione ‘alta’ e ‘molto alta’, ma non sono emerse relazioni tra le scelte colturali e questa grave debolezza del suolo. E’ emerso, inoltre, che la copertura erbacea dell’interfila nella stagione primaverile-estiva era mediamente del 35% nei vigneti permanentemente inerbiti e del 23% in quelli soggetti a lavorazione. I suoli inerbiti, se pur in modo non ottimale, hanno presentato un maggiore contenuto in sostanza organica e valori più elevati del rapporto C/N e di capacità di scambio cationico; ma presentavano valori superiori di massa volumica apparente. La qualità biologica dei suoli è stata più influenzata dall’annata di osservazione (2012 e 2013) che dalle tecniche di gestione del suolo. I suoli dei vigneti collinari delle Langhe si gioverebbero di un inerbimento permanente di elevata qualità (superficie ampia e copertura omogenea) ma questa condizione è ancora lontana dall’essere raggiunta anche se solo sporadicamente si verificano gravi problemi di deficit idrico.

Viticoltura collinare in Piemonte: impatto delle tecniche di gestione del suolo sulla sua fertilità.

MANIA, ELENA;GANGEMI, LUCA;GUIDONI, Silvia
2014-01-01

Abstract

I suoli a giacitura collinare, e in particolare quelli coltivati a vigneto, presentano alcune criticità legate alle ripercussioni dei fenomeni erosivi che in condizioni di pendenza, in presenza di suoli nudi e di condizioni climatiche particolari possono essere di grave intensità. Questo aspetto dovrebbe essere alla base delle scelte relative alla conduzione dei suoli di ambienti collinari, nell’ottica di evitarne la perdita di fertilità, conseguenza della perdita di suolo, di sostanza organica, di elementi minerali e di biodiversità. Lo scopo del lavoro è stato di verificare come le tecniche di gestione del suolo impiegate nella viticoltura collinare delle Langhe (CN) possano incidere sulla fertilità dei suoli. A tale fine è stato effettuato un monitoraggio delle modalità colturali maggiormente utilizzate in un’area limitrofa al Comune di Barolo creando una rete di 19 vigneti rappresentativi della realtà locale in cui si sono evidenziate due principali linee di gestione dell’interfila: l’inerbimento permanente interrotto solo saltuariamente (ogni 7-8 anni) da una erpicatura, l’erpicatura autunnale eseguita a filari alterni e ad anni alterni. Ciascuno dei vigneti identificati è stato caratterizzato descrivendone e analizzandone i parametri stazionali, le caratteristiche pedologiche, la composizione chimico-fisica del suolo e la sensibilità all’erosione idrica superficiale. Si è poi proceduto ad effettuare stime dell’ampiezza e del grado di copertura dell’inerbimento dell’interfila, misure di massa volumica apparente (per valutare il compattamento del suolo) e a stimare la qualità biologica del suolo (biomassa microbica, respirazione basale e QBS-ar). Tutti i vigneti studiati avevano giacitura collinare con pendenze medie di 14°. E’ emerso che nove vigneti, tra i quali otto caratterizzati da Entisuoli, erano sottoposti a lavorazione dell’interfila mentre i restanti dieci, tra cui si distinguevano sette Inceptisuoli, erano permanentemente inerbiti. Dall’applicazione del modello di calcolo USLE, che stima la perdita di suolo dovuta ad erosione idrica, è emerso che nove dei 19 suoli si collocavano nelle classi di erosione ‘alta’ e ‘molto alta’, ma non sono emerse relazioni tra le scelte colturali e questa grave debolezza del suolo. E’ emerso, inoltre, che la copertura erbacea dell’interfila nella stagione primaverile-estiva era mediamente del 35% nei vigneti permanentemente inerbiti e del 23% in quelli soggetti a lavorazione. I suoli inerbiti, se pur in modo non ottimale, hanno presentato un maggiore contenuto in sostanza organica e valori più elevati del rapporto C/N e di capacità di scambio cationico; ma presentavano valori superiori di massa volumica apparente. La qualità biologica dei suoli è stata più influenzata dall’annata di osservazione (2012 e 2013) che dalle tecniche di gestione del suolo. I suoli dei vigneti collinari delle Langhe si gioverebbero di un inerbimento permanente di elevata qualità (superficie ampia e copertura omogenea) ma questa condizione è ancora lontana dall’essere raggiunta anche se solo sporadicamente si verificano gravi problemi di deficit idrico.
2014
V Convegno Nazionale di Viticoltura, CONAVI
FOGGIA
1-3 luglio 2014
Riassunti dei lavori presentati al V Convegno Nazionale di Viticoltura
SOI
13
84
85
978-88-905628-9-1
erosione, inerbimento, sostanza organica, biomassa microbica, QBS-ar
Mania, Elena; Gangemi, Luca; Petrella, Fabio; Giovannozzi, Matteo; Alliani, Nicoletta; Guidoni, Silvia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1643370
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