L’ampiezza dell’areale di diffusione del nocciolo (Corylus avellana L.), esteso tra il 38° e 68° parallelo in Europa e parte dell’Asia, denota, grazie alla ricchezza di variabilità genetica, la notevole adattabilità della specie a climi diversi. Tutte le varietà coltivate a scopo industriale, tuttavia, trovano le migliori condizioni ambientali in climi che risentono dell’influenza positiva del mare e si trovano in Turchia, Italia, Spagna, Francia e Oregon (USA). Mancando cultivar valide per ampliare l’areale di coltura della specie è quindi il clima il principale fattore limitante l’espansione della corilicoltura. Le cultivar esistenti, infatti, non sopravvivono agli inverni freddi con temperature inferiori a –20°C delle zone più interne o più a Nord di quelle tradizionali, mentre in quelle subtropicali non soddisfano il fabbisogno di freddo. Le variabili più importanti da considerare per rendere economica la coltivazione sono: temperature minime invernali, distribuzione e intensità delle piogge, gelate primaverili, venti dominanti e umidità dell’aria, giacitura ed esposizione degli impianti, fattori favorenti l’acclimatazione temporale, fabbisogno di freddo per il superamento della dormienza. La specie è invece più adattabile ai vari tipi di terreno con l’esclusione di quelli asfittici. Il pH deve essere compreso tra 6 e 7,5; in caso contrario sono necessarie correzioni per evitare carenze di macro e microelementi. Nella coltivazione biologica tutte le variabili riguardanti clima e terreno devono essere esaminate con particolare cura per evitare un aumento dei costi di produzione e contemporaneamente una minore produttività delle piante.
Vocazionalità ambientale nella corilicoltura biologica.
ME, Giovanni;BOTTA, Roberto
2007-01-01
Abstract
L’ampiezza dell’areale di diffusione del nocciolo (Corylus avellana L.), esteso tra il 38° e 68° parallelo in Europa e parte dell’Asia, denota, grazie alla ricchezza di variabilità genetica, la notevole adattabilità della specie a climi diversi. Tutte le varietà coltivate a scopo industriale, tuttavia, trovano le migliori condizioni ambientali in climi che risentono dell’influenza positiva del mare e si trovano in Turchia, Italia, Spagna, Francia e Oregon (USA). Mancando cultivar valide per ampliare l’areale di coltura della specie è quindi il clima il principale fattore limitante l’espansione della corilicoltura. Le cultivar esistenti, infatti, non sopravvivono agli inverni freddi con temperature inferiori a –20°C delle zone più interne o più a Nord di quelle tradizionali, mentre in quelle subtropicali non soddisfano il fabbisogno di freddo. Le variabili più importanti da considerare per rendere economica la coltivazione sono: temperature minime invernali, distribuzione e intensità delle piogge, gelate primaverili, venti dominanti e umidità dell’aria, giacitura ed esposizione degli impianti, fattori favorenti l’acclimatazione temporale, fabbisogno di freddo per il superamento della dormienza. La specie è invece più adattabile ai vari tipi di terreno con l’esclusione di quelli asfittici. Il pH deve essere compreso tra 6 e 7,5; in caso contrario sono necessarie correzioni per evitare carenze di macro e microelementi. Nella coltivazione biologica tutte le variabili riguardanti clima e terreno devono essere esaminate con particolare cura per evitare un aumento dei costi di produzione e contemporaneamente una minore produttività delle piante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.