Introduzione: La Medicina Narrativa mira a comprendere il significato delle esperienze di malattia, in un quadro complessivo e rispettoso della persona assistita (1). Nel modulo “Formazione e motivazione del personale” del III Master biennale di II livello in Medicina Palliativa dell’Università di Torino (anno 2006-2008) è stato utilizzato lo strumento della narrazione allo scopo di attivare nei partecipanti una riflessione sulla propria esperienza professionale di assistenza e cura del malato nella fase terminale della vita, promuovendo l’incontro con gli elementi latenti della propria storia professionale Materiali e Metodi: Attraverso la narrazione è stata sollecitata nei partecipanti la rivisitazione e l'esplorazione di episodi significativi della propria esperienza professionale in Cure Palliative, ed è stato stimolato il confronto in piccolo gruppo e, successivamente, in sessione plenaria. La metodologia utilizzata riflette un atteggiamento formativo di tipo clinico inteso come una risposta non di tipo frontale, ma un entrare nelle situazioni per capirne dal di dentro i processi e le dinamiche, senza classificare ed emettere diagnosi dall'esterno, in base ad un sapere precodificato e parziale (2) (3). Le narrazioni sono state analizzate con un approccio di tipo fenomenologico (4) con individuazione delle unità di significato emergenti dalle narrazioni. Risultati: Le dimensioni identificate nelle 25 narrazioni riguardano l’accompagnamento della persona morente, l’accompagnamento della famiglia, il cambiamento che l’esperienza e il contatto diretto con la persona assistita e la sua famiglia determina nel professionista. Emergono alcune categorie in cui si possono collocare gli “oggetti” di riflessione: il coraggio e la determinazione di vivere fino alla fine, il senso del limite, il bisogno di proteggere e di farsi proteggere, la percezione dei propri sentimenti. Discussione: Un aspetto che il lavoro ha evidenziato è l'importanza del raggiungimento di competenze riflessive ed interpretative nella cure di fine vita (5), del domandarsi chi sono i personaggi della storia, come si comportano nella vicenda, e allo stesso tempo qual è l'atteggiamento del medico a partire dalle esperienze vissute (6). Ed ancora qual è il significato della storia, che cosa ha suscitato(7), come ha modificato l’operato, anche sotto forma di “apprendimento sul campo” e attraverso un atteggiamento di scoperta (8). Conclusioni: Lo strumento della narrazione consente di sviluppare una riflessione rispetto alla propria modalità espressivo–relazionale nel percorso assistenziale e di cura, sugli atteggiamenti del professionista nei confronti della morte e favorisce il miglioramento dell’attenzione alla “storia personale” delle persone assistite (9). Bibliografia: (1) Charon R. (2006) Narrative medicine - Honoring the Stories of Illness, Oxford University Press, New York. (2) Franza A. Mottana P.(1997) Dissolvenze. Le immagini della formazione, Clueb, Bologna (3) Zannini L. (2001) Salute, malattia e cura Teorie e percorsi di clinica della formazione per gli operatori socio-sanitari, F.Angeli, Milano (4) Giorgi A.(1985) Phenomenology and psycological research, Duquesne University Press, Pittsburgh P.A. (5) Gordon D.Peruselli C. (2001)Le narrazioni di fine vita, Franco Angeli, Milano (6) Mortari L. (2003) Apprendere dall’esperienza, Carocci, Roma. (7) Zannini L. (2008). Medicina narrativa e medical humanities, Cortina, Milano. (8) DasGupta S. Charon R. (2004) Personal illness narratives: using reflective writing to teach empathy. Acad. Medicine; 79(4):351-356. (9) Formenti L. Gamelli I.(1998) Quella volta che ho imparato: la conoscenza di sé nei luoghi dell'educazione, Cortina, Milano

Le esperienze professionali di cura del malato nella fase finale della vita: la narrazione come strumento di formazione

GARRINO, LORENZA;
2009-01-01

Abstract

Introduzione: La Medicina Narrativa mira a comprendere il significato delle esperienze di malattia, in un quadro complessivo e rispettoso della persona assistita (1). Nel modulo “Formazione e motivazione del personale” del III Master biennale di II livello in Medicina Palliativa dell’Università di Torino (anno 2006-2008) è stato utilizzato lo strumento della narrazione allo scopo di attivare nei partecipanti una riflessione sulla propria esperienza professionale di assistenza e cura del malato nella fase terminale della vita, promuovendo l’incontro con gli elementi latenti della propria storia professionale Materiali e Metodi: Attraverso la narrazione è stata sollecitata nei partecipanti la rivisitazione e l'esplorazione di episodi significativi della propria esperienza professionale in Cure Palliative, ed è stato stimolato il confronto in piccolo gruppo e, successivamente, in sessione plenaria. La metodologia utilizzata riflette un atteggiamento formativo di tipo clinico inteso come una risposta non di tipo frontale, ma un entrare nelle situazioni per capirne dal di dentro i processi e le dinamiche, senza classificare ed emettere diagnosi dall'esterno, in base ad un sapere precodificato e parziale (2) (3). Le narrazioni sono state analizzate con un approccio di tipo fenomenologico (4) con individuazione delle unità di significato emergenti dalle narrazioni. Risultati: Le dimensioni identificate nelle 25 narrazioni riguardano l’accompagnamento della persona morente, l’accompagnamento della famiglia, il cambiamento che l’esperienza e il contatto diretto con la persona assistita e la sua famiglia determina nel professionista. Emergono alcune categorie in cui si possono collocare gli “oggetti” di riflessione: il coraggio e la determinazione di vivere fino alla fine, il senso del limite, il bisogno di proteggere e di farsi proteggere, la percezione dei propri sentimenti. Discussione: Un aspetto che il lavoro ha evidenziato è l'importanza del raggiungimento di competenze riflessive ed interpretative nella cure di fine vita (5), del domandarsi chi sono i personaggi della storia, come si comportano nella vicenda, e allo stesso tempo qual è l'atteggiamento del medico a partire dalle esperienze vissute (6). Ed ancora qual è il significato della storia, che cosa ha suscitato(7), come ha modificato l’operato, anche sotto forma di “apprendimento sul campo” e attraverso un atteggiamento di scoperta (8). Conclusioni: Lo strumento della narrazione consente di sviluppare una riflessione rispetto alla propria modalità espressivo–relazionale nel percorso assistenziale e di cura, sugli atteggiamenti del professionista nei confronti della morte e favorisce il miglioramento dell’attenzione alla “storia personale” delle persone assistite (9). Bibliografia: (1) Charon R. (2006) Narrative medicine - Honoring the Stories of Illness, Oxford University Press, New York. (2) Franza A. Mottana P.(1997) Dissolvenze. Le immagini della formazione, Clueb, Bologna (3) Zannini L. (2001) Salute, malattia e cura Teorie e percorsi di clinica della formazione per gli operatori socio-sanitari, F.Angeli, Milano (4) Giorgi A.(1985) Phenomenology and psycological research, Duquesne University Press, Pittsburgh P.A. (5) Gordon D.Peruselli C. (2001)Le narrazioni di fine vita, Franco Angeli, Milano (6) Mortari L. (2003) Apprendere dall’esperienza, Carocci, Roma. (7) Zannini L. (2008). Medicina narrativa e medical humanities, Cortina, Milano. (8) DasGupta S. Charon R. (2004) Personal illness narratives: using reflective writing to teach empathy. Acad. Medicine; 79(4):351-356. (9) Formenti L. Gamelli I.(1998) Quella volta che ho imparato: la conoscenza di sé nei luoghi dell'educazione, Cortina, Milano
2009
Medicina Narrativa e Malattie Rare Istituto Superiore di Sanità
Roma
26 giugno 2009
Atti
ISTISAN CONGRESSI
09/50
122
123
medicina narrativa. cure palliative; fine vita; esperienze professionali; formazione
Garrino L; Giraudo M; Gregorino S; Garetto F
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/72040
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