Per due anni consecutivi (2000 e 2001) è stata studiata l’influenza di un diradamento del 50 % del numero dei grappoli o dell’eliminazione del 50 % delle foglie sullo sviluppo vegetativo e sulle caratteristiche quantitative e qualitative della produzione di piante di ‘Nebbiolo’ in un vigneto sito in Neive (CN) nell’area di produzione del Barbaresco D.O.C.G. I trattamenti non hanno portato ad un risultato univoco ed è stata fondamentale l’interazione con l’annata; infatti le caratteristiche climatiche degli anni in studio sono state profondamente diverse: caldo ma piovoso il 2000, un po’ meno caldo ma siccitoso il 2001. Il valore del rapporto superficie fogliare/produzione è stato superiore nel 2000 rispetto al 2001 a causa della maggiore disponibilità idrica ed è risultato compreso tra 1,5 e 2 m2/kg nelle piante defogliate nel 2000 ed in quelle diradate nel 2001, cioè nelle situazioni in cui la concentrazione zuccherina alla raccolta è risultata superiore a quella delle piante testimoni. Il contenuto di antociani è aumentato nelle piante diradate rispetto ai testimoni solo nel 2000 sebbene la concentrazione finale non sia stata significativamente superiore a quella delle altre piante a causa di una riduzione della concentrazione precedente la raccolta. La carenza idrica dell’anno 2001 ha causato, non solo un minore sviluppo vegetativo nelle piante, ma anche una minore produzione sia di zuccheri (mediamente - 2°Brix, corrispondenti ad una diminuzione dell’8,3 %) sia di antociani (mediamente - 105 mg/kg corrispondenti ad una diminuzione del 20,7 %) in tutte le piante indipendentemente dal trattamento. Dall’evoluzione dell’accumulo degli antociani e delle singole antocianine si è dedotto che la loro produzione avviene in due periodi distinti: un primo periodo di accumulo rapido influenzato dalle condizioni vegetative della pianta ed anche, in parte, dai trattamenti ed un secondo periodo di “rifinitura” sul quale le condizioni climatiche hanno un ruolo determinante. La produzione delle antocianine disostituite (cianidina-3-glucoside e peonidina-3-glucoside) appare più influenzata dalle condizioni climatiche e dagli interventi di diradamento e defogliazione di quanto non lo sia quella delle antocianine trisostituite (delfinidina-3-glucoside, petunidina-3-glucoside, malvidina-3-glucoside) probabilmente a causa della maggiore sensibilità dell’enzima catalizzante la loro formazione.
Ruolo del clima e degli interventi colturali sulla sintesi degli antociani nell’uva (Vitis vinifera L. cv Nebbiolo)
GUIDONI, Silvia;FERRANDINO, Alessandra;NOVELLO, Vittorino
2004-01-01
Abstract
Per due anni consecutivi (2000 e 2001) è stata studiata l’influenza di un diradamento del 50 % del numero dei grappoli o dell’eliminazione del 50 % delle foglie sullo sviluppo vegetativo e sulle caratteristiche quantitative e qualitative della produzione di piante di ‘Nebbiolo’ in un vigneto sito in Neive (CN) nell’area di produzione del Barbaresco D.O.C.G. I trattamenti non hanno portato ad un risultato univoco ed è stata fondamentale l’interazione con l’annata; infatti le caratteristiche climatiche degli anni in studio sono state profondamente diverse: caldo ma piovoso il 2000, un po’ meno caldo ma siccitoso il 2001. Il valore del rapporto superficie fogliare/produzione è stato superiore nel 2000 rispetto al 2001 a causa della maggiore disponibilità idrica ed è risultato compreso tra 1,5 e 2 m2/kg nelle piante defogliate nel 2000 ed in quelle diradate nel 2001, cioè nelle situazioni in cui la concentrazione zuccherina alla raccolta è risultata superiore a quella delle piante testimoni. Il contenuto di antociani è aumentato nelle piante diradate rispetto ai testimoni solo nel 2000 sebbene la concentrazione finale non sia stata significativamente superiore a quella delle altre piante a causa di una riduzione della concentrazione precedente la raccolta. La carenza idrica dell’anno 2001 ha causato, non solo un minore sviluppo vegetativo nelle piante, ma anche una minore produzione sia di zuccheri (mediamente - 2°Brix, corrispondenti ad una diminuzione dell’8,3 %) sia di antociani (mediamente - 105 mg/kg corrispondenti ad una diminuzione del 20,7 %) in tutte le piante indipendentemente dal trattamento. Dall’evoluzione dell’accumulo degli antociani e delle singole antocianine si è dedotto che la loro produzione avviene in due periodi distinti: un primo periodo di accumulo rapido influenzato dalle condizioni vegetative della pianta ed anche, in parte, dai trattamenti ed un secondo periodo di “rifinitura” sul quale le condizioni climatiche hanno un ruolo determinante. La produzione delle antocianine disostituite (cianidina-3-glucoside e peonidina-3-glucoside) appare più influenzata dalle condizioni climatiche e dagli interventi di diradamento e defogliazione di quanto non lo sia quella delle antocianine trisostituite (delfinidina-3-glucoside, petunidina-3-glucoside, malvidina-3-glucoside) probabilmente a causa della maggiore sensibilità dell’enzima catalizzante la loro formazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.