Il disturbo borderline di personalità (DBP) è caratterizzato da pronunciata instabilità affettiva, alterazione del controllo degli impulsi, instabilità relazionale e sintomi cognitivo-percettivi. Le linee guida dell’American Psychiatric Association (2001, 2005) suggeriscono un approccio farmacologico mirato alle principali dimensioni sintomatologiche del disturbo. La review sistematica della Cochrane Collaboration (2010) conclude che, accanto agli stabilizzatori dell’umore e agli acidi grassi omega-3, l’impiego dei nuovi antipsicotici è supportato da evidenze di efficacia. A partire dal 2006, il nostro gruppo di ricerca ha condotto studi clinici in aperto per valutare l’efficacia di alcuni antipsicotici di seconda generazione (quetiapina, aripiprazolo e paliperidone) nel trattamento del DBP. La quetiapina si è rilevata efficace sui sintomi ansiosi, sull’impulsività e sugli accessi di rabbia, mentre l’aripiprazolo e il paliperidone sono risultati utili nel ridurre l’impulsività e i sintomi cognitivo-percettivi. Recentemente, abbiamo condotto uno studio randomizzato-controllato per confrontare l’efficacia e la tollerabilità dell’asenapina, antipsicotico da poco introdotto in commercio rispetto all’olanzapina, farmaco estesamente studiato nel DBP. Un gruppo di pazienti con diagnosi di DBP è stato assegnato a due tipi di trattamento per 12 settimane: asenapina 5 mg b.i.d. versus olanzapina 10 mg/die. I risultati mostrano che entrambi i farmaci risultano efficaci sui sintomi specifici del DBP, sull’impulsività, sulle condotte autolesive, sui sintomi d’ansia, sulla gravità globale dei sintomi e sul funzionamento socio-lavorativo, mentre non si rileva un miglioramento significativo dei sintomi depressivi e dell’aggressività. Dal confronto dei due farmaci emergono limitate differenze di efficacia che riguardano particolari sintomi del DBP: l’asenapina è più efficace sull’instabilità affettiva, l’olanzapina sui sintomi cognitivo-percettivi. Gli effetti collaterali sono complessivamente di entità moderata, ma sono di tipo sensibilmente diverso per i due farmaci
Nuovi antipsicotici e terapia dimensionale del disturbo borderline di personalità
BELLINO, Silvio;BOZZATELLO, PAOLA
2014-01-01
Abstract
Il disturbo borderline di personalità (DBP) è caratterizzato da pronunciata instabilità affettiva, alterazione del controllo degli impulsi, instabilità relazionale e sintomi cognitivo-percettivi. Le linee guida dell’American Psychiatric Association (2001, 2005) suggeriscono un approccio farmacologico mirato alle principali dimensioni sintomatologiche del disturbo. La review sistematica della Cochrane Collaboration (2010) conclude che, accanto agli stabilizzatori dell’umore e agli acidi grassi omega-3, l’impiego dei nuovi antipsicotici è supportato da evidenze di efficacia. A partire dal 2006, il nostro gruppo di ricerca ha condotto studi clinici in aperto per valutare l’efficacia di alcuni antipsicotici di seconda generazione (quetiapina, aripiprazolo e paliperidone) nel trattamento del DBP. La quetiapina si è rilevata efficace sui sintomi ansiosi, sull’impulsività e sugli accessi di rabbia, mentre l’aripiprazolo e il paliperidone sono risultati utili nel ridurre l’impulsività e i sintomi cognitivo-percettivi. Recentemente, abbiamo condotto uno studio randomizzato-controllato per confrontare l’efficacia e la tollerabilità dell’asenapina, antipsicotico da poco introdotto in commercio rispetto all’olanzapina, farmaco estesamente studiato nel DBP. Un gruppo di pazienti con diagnosi di DBP è stato assegnato a due tipi di trattamento per 12 settimane: asenapina 5 mg b.i.d. versus olanzapina 10 mg/die. I risultati mostrano che entrambi i farmaci risultano efficaci sui sintomi specifici del DBP, sull’impulsività, sulle condotte autolesive, sui sintomi d’ansia, sulla gravità globale dei sintomi e sul funzionamento socio-lavorativo, mentre non si rileva un miglioramento significativo dei sintomi depressivi e dell’aggressività. Dal confronto dei due farmaci emergono limitate differenze di efficacia che riguardano particolari sintomi del DBP: l’asenapina è più efficace sull’instabilità affettiva, l’olanzapina sui sintomi cognitivo-percettivi. Gli effetti collaterali sono complessivamente di entità moderata, ma sono di tipo sensibilmente diverso per i due farmaciFile | Dimensione | Formato | |
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